La custodia pesante che rende faticoso maneggiare lo smartphone, ma anche la borsa analogica anti-scrolling: i trucchi «fisici» per il digital detox
La dipendenza da smartphone è un male difficile da estirpare, soprattutto al giorno d’oggi dove tutto (o quasi) sembra essere delegato all’uso di questi dispositivi, dalle chat di lavoro fino all’acquisto di prodotti per la casa. Il bombardamento continuo delle notifiche e lo scrolling infinito di alcune app come TikTok, poi, non fanno che alimentare un fuoco già attivo da tempo, portando a ore e ore di utilizzo quotidiano alla ricerca della dopamina a rapido consumo.
Appare quindi evidente la necessità di trovare un elemento che possa «scacciare» e disincentivare il bisogno compulsivo di consultare il proprio smartphone, alla stregua degli smalti amari utilizzati per non mangiarsi le unghie delle mani. Tra una ricerca scientifica e l’altra, un team dell’azienda Matter Neuroscience ha recentemente condiviso un video su Instagram (diventato immediatamente virale e che conta ad oggi più di 7 milioni di visualizzazioni e 430.000 like) in cui mette in mostra una cover per iPhone da 3 kilogrammi, progetto che ha richiesto due mesi e oltre di lavoro.
Il peso è il tuo unico limite
Se infatti è possibile eludere facilmente il tempo di visione dello schermo con app per iOS come Screen Time, Opal e simili, lo stesso non si può dire per i quasi 3 chili di peso della cover, che rendono decisamente stancante scrollare per ore i feed dei propri account social, portando in poco tempo all’indolenzimento delle braccia. Nessuna restrizione software dunque nell’utilizzo di qualsiasi app o della fotocamera, che restano perfettamente accessibili in qualsiasi momento, se non fosse per l’ingombrante limite fisico che rende complessa anche la più semplice attività di vita quotidiana.
«Progettata per essere scomoda», questo lo slogan che ha guidato il lavoro del team: la forma squadrata (che strizza decisamente l’occhio all’aspetto di un Tesla Cybertruck) e soprattutto l’ingente peso di questa cover in acciaio inox non invogliano esattamente all’utilizzo continuo dello smartphone, ma anzi creano una situazione di disagio per l’utente e portano, potenzialmente, al tanto agognato digital detox (per il quale tra l’altro conosciamo diverse opzioni già presenti sul mercato).
Sarebbe proprio questo il fine ultimo dei ragazzi di Matter Neuroscience, i quali partendo da uno scherzo goliardico hanno poi deciso di lanciare una campagna Kickstarter per finanziare il progetto, che conta ad oggi 13’475 dollari provenienti da 87 finanziatori diversi, con l’obiettivo di arrivare al traguardo dei 75’000 dollari. A fare da contraltare all’utilità della cover è sicuramente il suo prezzo, non di certo dei più popolari, fissato al momento a 209,15 dollari.
Borsa analogica, il rimedio anti-scrolling della Gen-Z
Per combattere la dipendenza dallo scrolling compulsivo, l’ultima trovata dei millennials e della generazione Z (i nativi digitali, per intenderci) consiste in una vera e propria «borsa analogica»: nessun materiale futuristico o d’eccezione, ma è sufficiente mettere all’interno della sacca qualsiasi altro oggetto che presupponga lo svolgimento di attività analogiche e mentalmente stimolanti come cruciverba, set di acquerelli per la pittura o una fotocamera Polaroid, lasciando così in secondo piano il proprio smartphone.
Si tratta di un trend in forte crescita sui social: solo nei primi 9 mesi del 2025, infatti, l’hashtag #AnalogLife conta oltre 1600 reel su TikTok con un aumento del 330% rispetto all’anno precedente, e i numeri non accennano a diminuire. Il segreto sta proprio nel sostituire la «ricompensa» di dopamina derivante dalla consultazione dello smartphone con attività analogiche altrettanto gratificanti, con tutti i benefici del caso in termini di benessere mentale e fisico.
Per non perdere le ultime novità su tecnologia e innovazione
iscriviti alla newsletter di Login
25 ottobre 2025 ( modifica il 25 ottobre 2025 | 16:20)
© RIPRODUZIONE RISERVATA