di
Alessia Conzonato
Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che esenta alcuni prodotti di importazione agricola dai «dazi reciproci»: fanno parte della lista carne bovina, banane, caffè e pomodori
Tariffe più leggere su importazioni agricole come carne bovina, banane, caffè e pomodori. Lo prevede un ordine esecutivo firmato dal presidente Usa Donald Trump nella tarda serata di venerdì 14 novembre che comprende oltre cento prodotti. Una mossa dettata anche dalla pressione che il popolo americano sta esercitando sulla sua amministrazione a causa del forte incremento del costo della vita. «Molti degli accordi commerciali annunciati e dei negoziati in corso coinvolgono paesi che producono volumi considerevoli di prodotti agricoli che non vengono coltivati o prodotti in quantità sufficienti negli Stati Uniti», si legge nella notta diffusa alla stampa dalla Casa Bianca. Per questo, saranno esentati dal concetto di «dazi reciproci» imposti a partire dal 2 aprile.
I prodotti esentati dai dazi
Fanno parte dell’elenco anche altri prodotti comuni come succhi di frutta, nello specifico di arancia e di ananas, tè, banane e frutti tropicali in generale, pinoli e anacardi, cacao, spezie e anche fertilizzanti (per questi ultimi si tratta di una conferma, dal momento che non sono mai stati soggetti a tariffe reciproche). Si tratta di prodotti selezionati dall’amministrazione Trump doto un’attenta valutazione sull’inefficienza degli Stati Uniti nel coltivarli o nel farlo in quantità sufficienti a soddisfare il fabbisogno del Paese. Nonostante ciò, il governo americano continua a sostenere che non ci sia una linea diretta a collegare le tariffe commerciali e l’ingente aumento dei prezzi – che in alcuni casi ha raggiunto livelli record, come per la carne di manzo – dal momento che non c’è intenzione di far ricadere il peso economico sui consumatori.
La strategia dell’amministrazione Trump
Già il giorno precedente gli Usa avevano dichiarato l’intenzione di rimuovere le tariffe su alcuni prodotti alimentari e altre importazioni da Argentina, Ecuador, Guatemala ed El Salvador per consentire alle aziende statunitensi un maggiore accesso a tali mercati. Anche per questa ragione, la Casa Bianca ha precisato che tutti gli altri dazi rimarranno regolarmente in vigore e che questa non è una decisione in un contesto di emergenza ma fa parte di una una strategia «agile, sfumata e multiforme in materia di commercio e dazi», si legge ancora, che l’amministrazione Trump ha pianificato da tempo. A sostegno di queste affermazioni, il portavoce Kush Desai ha ribadito: «L’ordine esecutivo del 5 settembre ha specificato varie risorse naturali e prodotti agricoli non prodotti negli Stati Uniti che potrebbero beneficiare di un trattamento esente da dazi».
Il peso economico sui consumatori
Tuttavia, diverse analisi dimostrano come l’impatto sui cittadini americani sia reale e fosse prevedibile. Una ricerca dell’università di Yale, riportata dal Washington Post, riporta che l’aumento dei prezzi al consumo derivato dai dazi peserà sulle famiglie in media 3.800 dollari per questo anno.
Alla Svizzera dazi al 15%
Intanto, è confermato anche l’accordo con la Svizzera per ridurre dal 39% al 15% i dazi doganali imposti ad agosto scorso sui prodotti diretti dentro i confini americani. Lo ha confermato il rappresentante degli Stati Uniti per il Commercio, Jamieson Greer. Il Consiglio federale svizzero ha definito l’accordo «una soluzione trovata insieme» e ha ringraziato il presidente Donald Trump per il suo «impegno costruttivo» nella trattativa.
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15 novembre 2025 ( modifica il 15 novembre 2025 | 09:26)
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