La Legge di Bilancio per il 2025 introduce alcune novità significative per chi investe in criptovalute e stablecoin, cercando di chiarire il quadro fiscale di un settore in rapida crescita e sempre più rilevante.
La normativa prevede disposizioni diverse a seconda del tipo di asset digitale: da un lato fissa la tassazione delle stablecoin denominate in euro al 26%, dall’altro lato sembra imporre un’aliquota del 33% sulle plusvalenze da criptovalute. Tuttavia, le misure sollevano numerosi interrogativi sia sul piano tecnico sia su quello economico, suscitando critiche tra esperti e operatori del settore. L’obiettivo dichiarato è dare certezza agli investitori e armonizzare la disciplina fiscale, ma nella pratica i risultati rischiano di essere molto diversi.
La possibilità concreta di un ripensamento da parte della maggioranza è concreto. E così si potrebbe mantenere al 26% anche nel 2026 la tassazione per le plusvalenze delle cripto-attività. Lo chiedono FdI, FI e Lega, con
diversi emendamenti alla Manovra che sopprimono (Fdi, a firma Pellegrino, e FI, a prima firma Lotito) o rimandano di un anno (Lega, Garavaglia) il comma della legge di bilancio dello scorso anno in cui si stabilisce che sulle plusvalenze realizzate dal primo gennaio 2026 l’imposta sostitutiva viene applicata con un’aliquota al 33%. Anche dall’opposizione arriva la richiesta di rinviare l’incremento della tassazione: lo fa il M5s, con un emendamento a prima firma Pirro.
19 novembre – 13:48
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