Dalle 40 alle 150 attivazioni al giorno, a seconda di che tipo di utenti siete: parliamo di smartphone e della costante lotta con noi stessi per l’indipendenza dalla nostra appendice. Secondo una ricerca recente, in Italia il 91% di chi possiede uno smartphone non lascia passare un’ora tra un controllo delle chat e dei social e l’altro. Atteggiamento compulsivo e diffuso che a volte riusciamo a mettere da parte quando siamo in ferie. Quando invece non accade il contrario: più tempo libero, che ormai fatichiamo a gestire, e dunque ancora più impulsi a trovare «pace» nello schermo. Un bel problema, di cui si discute da anni. C’è chi ne ha fatto una professione, ne ha scritto libri e manuali, chi ha creato associazioni o veri e propri movimenti per favorire la disconnessione. Alcuni di questi professionisti sono stati intervistati dal New York Times perché dessero ai lettori un consiglio, pratico e non troppo filosofico, su come separarsi con affetto dal telefono. Si tratta di buone pratiche di senso, alcune volendo banali, altre per niente, che si possono mettere subito in pratica. Ognuno nel proprio quotidiano.

La prima mossa? Crearsi una sfida. Niente di drammatico, scrive Freya India, autrice di Girls: iscrivetevi a una maratona senza esservi ancora allenati, organizzate una cena da voi senza aver ancora imparato a cucinare. E poi mettetevi sotto per arrivare pronti all’obiettivo. Il tempo da perdere sul telefono risulterà drammaticamente – e virtuosamente – ridotto.

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