Scopriamo quanto caffè bere e come berlo
Riccardo Cristilli
27 settembre – 17:05 – MILANO
Il caffè è una delle bevande più amate e consumate al mondo. C’è chi lo beve lungo e chi corto, chi prepara la moka e chi usa le cialde, ci sono poi delle differenze culturali nel consumo del caffè, dall’americano al filtro, da quello turco al french press. Spesso poi è usato nella preparazione di altre bevande a base di latte, panna o altre creme.
quanto caffè bere?—
Insomma tutti (o quasi) bevono il caffè e la domanda sorge spontanea, ma fa bene berlo? Secondo uno studio che arriva dagli Stati Uniti non solo fa bene ma allunga la vita. L’importante è però seguire due accortezze che forse non faranno felici i consumatori di caffè: non andrebbero superate le due tazzine al giorno e andrebbe bevuto nero e amaro, senza dolcificanti o altre aggiunte. Infatti i ricercatori della Gerald J. And Dorothy R. Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tuff University a Boston negli Stati Uniti, hanno osservato che l’associazione tra consumo di caffè e rischio di mortalità varia a seconda del livello di dolcificanti e zuccheri che vengono aggiunti nella tazza.
la ricerca—
Lo studio, pubblicato su The Journal of Nutrition, ha notato una correlazione tra il consumo di caffè e un livello più basso di mortalità per tutte le cause, comprese anche le malattie cardiovascolari. Secondo i ricercatori il livello ideale è di 1-2 tazzine al giorno, senza zuccheri e grassi aggiunti perché proprio questa tipologia di caffè nero e amaro, è associato a un rischio inferiore del 17% della mortalità. La ricerca è stata basata su nove cicli consecutivi del National Health and Nutrition Examination Survey tra il 1999 e il 2018 e ha incluso 46 mila adulti sopra i 20 anni. Il consumo di caffè è stato diviso in base al quantitativo, alla tipologia quindi se era con caffeina o decaffeinato, se includeva zuccheri o altri grassi saturi. Questi dati sono stati incrociati col tasso di mortalità per tutte le cause possibili dalle malattie cardiovascolari al cancro.
il limite—
Incrociando tutti i dati che avevano raccolto i ricercatori hanno notato che una tazza di caffè al giorno è stato associato a una riduzione del 16% del rischio di mortalità per tutte le cause, arrivando a 2-3 tazze la percentuale è salita al 17% mentre andando oltre quel numero di tazze non si sono notate ulteriori riduzioni del tasso di mortalità. Inoltre quando il consumo saliva oltre le tre tazze si indeboliva fin quasi a sparire, il minor rischio di morte per malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno al contempo anche riconosciuto che non è stato notato un legame tra consumo di caffè e mortalità per cancro, non si sono notate differenze significative.
risultati—
I risultati positivi sono stati riscontrati tra chi consumava il caffè nero senza zuccheri aggiunti. Uno degli autori ha evidenziato come il loro sia stato uno dei primi studi a quantificare il livello di dolcificante e grassi saturi aggiunti. In particolare nel loro studio un livello di zuccheri considerato basso era pari a 2.5 grammi per tazza, circa mezzo cucchiaino mentre quello di grassi pari a 5 cucchiai di latte, circa 1 grammo di grassi saturi aggiunti. Secondo gli autori della ricerca i benefici del caffè sarebbero da attribuire ai suoi composti bioattivi ma sempre, è bene ribadirlo, rimanendo nel limite di 2 tazzine al giorno e senza aggiunta di grassi e zuccheri.
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