Dopo le delusioni e le critiche alla forma, Luka si è messo al lavoro e mostra con orgoglio a Men’s Health un corpo scolpito: “Sono una persona competitiva, voglio diventare migliore. Jordan e Kobe hanno sacrificato tanto…”
Riccardo Pratesi
29 luglio – 09:16 – MILANO
Si è persino messo a dieta, ha davvero “cattive intenzioni”. Luka Doncic è nelle migliori condizioni atletiche della sua vita, a 26 anni. Il campione di Lubiana ha preso male gli accadimenti della prima metà del 2025. E invece di piangersi addosso, dopo essere stato scaricato da Dallas – anche se finire ai Los Angeles Lakers è stato cascare in piedi – e cacciato fuori dai playoff al primo turno da Minnesota, s’è rimboccato le maniche e messo al lavoro. Dimostrando di saper fare sacrifici. Di aver fame di successi, semmai. L’ossessione del perfezionista. Vuole vincere. Si è segnato critiche e nemici. Chi con pensieri, parole, opere e omissioni l’ha trattato come uno dei tanti, quando Luka è uno dei migliori giocatori di basket del mondo. La condizione atletica non ottimale è stata il pretesto per trasformare peccati veniali in mortali. Doncic ha deciso di mostrare i muscoli ai detrattori. Ora è più magro, tonico e “definito” come fisico. Il pensiero non può che spaventare gli avversari. Quelli di Euro 2025 e quelli Nba in prospettiva della stagione 2025-26. I tifosi dei Lakers gongolano…
la dieta—
Senza glutine, con pochi zuccheri, con almeno 250 grammi di proteine e un frullato al giorno a base di latte di mandorla. Luka è andato a ricaricare le pile in Croazia, per tanti terra di vacanze in questo periodo. Non per lui. Nell’intervista rilasciata a Men’s Health Luka si compiace di quanto fatto: “Ci si accorge a vista d’occhio che il mio corpo è in forma migliore”. Dettaglia l’esigenza di una adeguata alimentazione: qualche birra in meno, qualche proteina in più. “Sono un tipo competitivo. Quest’estate è stata diversa. Quanto è successo mi ha motivato per diventare migliore”. Poi un programma serio di preparazione: sollevamento pesi, esercizi di agilità e di tiro. Due allenamenti da 90 minuti al giorno, a digiuno, come ha fatto per gran parte dell’estate. L’allenamento è stato organizzato con una serie di circuiti, ognuno con una sfida in campo (es. lay-up con la fascia elastica) e un esercizio per la parte superiore e inferiore del corpo. Per arrivare all’obiettivo Doncic ha fornito di manubri, bilancieri e palle mediche la palestra della città dove trascorre le vacanze da quando era bambino. Non vede l’ora di esibire il fisico rimodellato. Quella era la parte più difficile, il resto viene da sé: con la palla è un artista. La sfida è mettersi nelle migliori condizioni atletiche per 40/48’ minuti di partita. E gara dopo gara. Ci siamo, pare. Il paradosso è che l’uscita prematura dai playoff Nba gli ha permesso di riposare. Ne aveva bisogno dopo le Finals 2024, l’Olimpiade e la successiva stagione Nba. Troppe partite senza sosta. Luka non ha solo rifiatato. Ha fatto “il tagliando”.
cronaca e narrazione—
Doncic non è mai stato totalmente fuori condizione. Non segni 28.2 punti, tiri giù 8.2 rimbalzi e smazzi 7.7 assist giocando 35’ per partita altrimenti. Queste sono le cifre della stagione 2024-25, non della preistoria. Luka era reduce dai playoff 2024 chiusi primo per punti, rimbalzi e assist trascinando Dallas alle Finals poi perse contro Boston. I media Usa avevano dato la colpa a lui come se i Celtics non avessero avuto la squadra migliore. La cronaca semmai racconta che Doncic era reduce da cinque stagioni di fila da primo quintetto Nba, quello dei migliori al mondo. Dai 20 ai 25 anni. Questi i fatti. Non ci riesci, se non fai vita da atleta. Poi è vero che Luka s’è concesso qualche birra (e qualche festa) di troppo. Però paragonate le sue marachelle con quelle di Ant Edwards, Ja Morant e Zion Williamson e vi verrà forse in mente la parabola evangelica della pagliuzza e della trave.
verità nascoste—
Chiariamo poi tre “vizi” della romanzata forma scadente di Doncic. Anzitutto è stata usata per giustificare uno scambio che tecnicamente non sarebbe mai potuto essere legittimato altrimenti e che ha favorito gli interessi economici di sponsor e lega. Doncic sul mercato di Los Angeles fa guadagnare tutti. Moltiplica il valore del brand personale e quello Nba. Viene il dubbio che qualcuno abbia “marciato” nell’estremizzare quei limiti di forma. Poi il miglior giocatore al mondo oggi si chiama Nikola Jokic e il gigante serbo non è il testimonial ideale per un marchio di fitness. Si può dominare senza correre più veloci degli altri. Doncic spiega: “Saltare chissà quanto non è tutto. Penso di essere atletico in altri aspetti, come il controllo del corpo”. La potenza – persino qualche chilo di troppo – è stata funzionale al gioco di Luka. In Nba tutti vanno a mille all’ora e la sua diversità, la capacità di scalare le marce come velocità, di attaccare il canestro con un corpo da Caterpillar, l’ha reso immarcabile. Troppo grosso per le guardie e troppo agile, pur capace di assorbire colpi, per i lunghi. Poi è vero che Doncic di recente si stancava presto, talvolta boccheggiante e costretto a prendersi qualche giro di riposo difensivo per restare micidiale in attacco. Ma lo fanno tante altre stelle Nba. Il passato, ormai. “Il sonno, il mio corpo…mi sento più riposato, ora”.
l’europeo—
Alla nazionale tiene, gioca sempre volentieri per la Slovenia. All’Europeo, in programma dal 27 agosto al 14 settembre, ci sarà. Come Jokic per la Serbia e Antetokounmpo per la Grecia, Sengun con la Turchia e Franz Wagner con la Germania. Più DiVincenzo con l’Italia. Tra le stelle europee Nba l’unico assente sarà il francese Victor Wembanyama. Doncic non avrà attorno chissà quale fenomenale cast di supporto, ma non cercherà alibi. Gioca sempre per vincere.
i lakers—
Hanno il senso di urgenza di una città in cui conta solo chi arriva primo. Di una franchigia che per tradizione colleziona anelli. E LeBron James ha 40 anni: il prossimo può essere l’ultimo giro. Hanno chiamato rinforzi, Deandre Ayton e Marcus Smart: incognite di atteggiamento e usura, ma certo migliori rispetto a Alex Len e Shake Milton. Smart l’ha voluto Luka da guardiaspalle. Mette già becco sul mercato. Conta. Il nuovo proprietario Mark Walter lo immagina simbolo Lakers. Dal 2 agosto potrà rinnovare per 4 anni, pagato 229 milioni di dollari. Lo farà. Vuole diventare leggenda con quella maglia, ma serve vincere. La ricetta Luka la conosce: lavorare sodo. “Jordan e Kobe hanno sacrificato tanto. Se mi fermo ora, sarà stato per nulla”.
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