Arriva dai tropici il fagiolo del momento: la macuna pruriens. I suoi semi sono usati per produrre integratori perché molto ricchi di L-Dopa: precursore della dopamina che fa abbassare il cortisolo. Posso assumerli tutti? Quali sono gli alimenti che possono sostituire la macuna pruriens in modo naturale? Risponde Ilenia Grieco, nutrizionista e founder del metodo Private Nutrition
La chiamano “il fagiolo di velluto” perché quando la pianta di macuna pruriens è giovane è completamente ricoperta di peli. Diffusa in diverse regioni tropicali dell’Asia e dell’Africa, da tempo è usata nella medicina ayurvedica per supportare il sistema nervoso e sessuale, e ormai si sta facendo sempre più largo nel mondo occidentale sotto forma di integratori. Qual è la ragione? Quali sono le sue vere proprietà? Possono sperimentarle tutti? Ne abbiamo parlato con Ilenia Grieco, nutrizionista e founder del metodo Private Nutrition.
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Cos’è la mucuna pruriens
«La mucuna pruriens» dice la dottoressa Grieco, «è una leguminosa tropicale utilizzata da secoli nella medicina ayurvedica per le sue proprietà tonico-adattogene», cioè per il fatto di contenere sostanze che aiutano l’organismo a resistere meglio allo stress. «È particolarmente interessante dal punto di vista nutrizionale per il contenuto naturale di L-Dopa, un precursore della dopamina: neurotrasmettitore fondamentale per la regolazione dell’umore, della motivazione e delle funzioni cognitive» prosegue l’esperta.
Che effetti ha la mucuna pruriens
Per queste ragioni, spesso la macuna viene assunta per combattere la stanchezza cronica e le sue conseguenze, come le difficoltà di concentrazione, ma anche gli sbalzi d’umore. «La macuna pruriens, infatti, agisce come modulatore dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) con un potenziale effetto di regolazione dei livelli di cortisolo» dice la dottoressa Grieco.
Come funziona la macuna pruriens, che abbassa il cortisolo
«In alcune persone, soprattutto in casi di burnout, la mucuna può favorire una migliore gestione neuroendocrina dello stress, con riduzione dei livelli di cortisolo e incremento della dopamina. Questo si traduce spesso in una maggiore stabilità dell’umore e in una riduzione del senso di affaticamento» dice Grieco. Che poi specifica: «Tuttavia, la risposta è soggettiva e dipende da molti fattori, tra cui lo stile di vita e l’alimentazione».
Chi può assumere la macuna pruriens
La macuna, così come tutti gli altri integratotri, non è per tutti: «È controindicata in diversi casi come la gravidanza, l’allattamento o le cardiopatie. Inoltre può interferire con alcuni farmaci antidepressivi, e anche chi è completamente in salute dovrebbe comunque consultare un professionista qualificato prima di iniziare un’integrazione di questo tipo».
Come si assume la macuna pruriens
Insomma, no al fai da te: né per la macuna, né per altri integratori. Nel caso in cui uno specialista vi desse il via libera, sappiate che la macuna si può assumer sotto forma di polvere da diluire nell’acqua o nei frullati, ma anche in capsule. «La dose però va personalizzata in base all’obiettivo, al quadro clinico e all’eventuale interazione con farmaci o altre sostanze. Mai superare le dosi indicate senza una consulenza» avverte ancora Grieco.
Quali sono gli alimenti con gli stessi effetti della macuna
Non c’è bisogno di nessun consulto specialistico, invece, per mangiare in modo sano ed equilibrato: è (anche) così che si possono combattere disturbi di concentrazione e stress eccessivo. «Non esiste un alimento che contenga direttamente L-Dopa in quantità significative come la macuna, ma possiamo favorire la produzione endogena di dopamina attraverso diversi cibi come quelli ricchi di tirosina presente in uova, pesce, legumi, soia, latticini, cibi ricchi di vitamine del gruppo B e magnesio, ma anche di omega-3 come il pesce azzurro, i semi di lino, le noci. Non da ultimi cibi ricchi di antiossidanti naturali».
Cosa mangiare per combattere lo stress
«In generale un’alimentazione funzionale al benessere mentale dovrebbe essere varia ed equilibrata nei macronutrienti: cioè ricca di verdure, di proteine di qualità derivanti da fonti prevalentemente vegetali, modulata nei carboidrati che favoriscono l’assorbimento di triptofano che regola il ritmo circadiano e facilita il rilassamento, ma anche rafforzata da cibi fermentati e prebiotici per sostenere il microbiota, strettamente legato all’umore» ricorda Grieco.
Quali cibi evitare per combattere lo stress
«Contemporaneamente l’alimentazione dovrebbe essere povera di zuccheri raffinati, alcol e cibi ultra processati che, al contrario, possono peggiorare l’infiammazione sistemica e aumentare il cortisolo» prosegue Grieco.
La macuna serve davvero?
«La macuna non è una sostanza “miracolosa”, ma può rivelarsi un valido supporto in un percorso più ampio di riequilibrio» conclude la dottoressa. Che infine ricorda: «Il vero benessere nasce da abitudini quotidiane coerenti e sostenibili, e in questo l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. Personalmente, da nutrizionista, il mio obiettivo non è mai “sostituire” il cibo con gli integratori, ma usarli – quando serve – in modo intelligente e sinergico con lo stile di vita».
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