di
Elena Meli
I farmaci a Rna consentono di tenere sotto controllo il colesterolo in modo efficace e sicuro, segnando la strada per le terapie di domani
I farmaci a Rna sono una vera e propria rivoluzione, che cambierà la medicina come e probabilmente più della scoperta degli antibiotici. E già oggi stanno riscrivendo le terapie contro il colesterolo alto, come hanno raccontato durante un incontro de «Il Tempo della Salute» Alberto Corsini, docente di farmacologia del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università di Milano, e Mario Crisci, cardiologo dell’UOC di Cardiologia e Utic dell’Ospedale Monaldi di Napoli.
La rivoluzione dell’Rna
È servita una pandemia per accendere i riflettori sull’Rna, ma oggi dopo decenni di ricerche condotte senza troppi clamori queste molecole sono protagoniste di una svolta epocale non solo perché sono state fondamentali nello sviluppo dei vaccini per SARS-CoV-2, ma perché sono e saranno sempre di più la chiave per curare innumerevoli malattie, anche quelle per cui oggi non abbiamo armi efficaci. Scegliendo l’Rna ‘giusto’ e utilizzandolo in maniera opportuna si possono infatti far produrre alle cellule le proteine mancanti, per esempio in caso di malattie genetiche, o bloccare al contrario le proteine responsabili di patologie. Un approccio rivoluzionario perché, anziché prendere un farmaco che è pur sempre una molecola ‘estranea’, «si sfrutta la biologia dell’organismo per creare ciò di cui abbiamo bisogno o per cambiare alcune funzionalità cellulari a nostro vantaggio», ha spiegato Corsini. «Le possibilità di intervento sono sterminate: grazie all’uso di particolari tipi di Rna, gli Rna messaggeri fondamentali per la sintesi delle proteine, è per esempio possibile far produrre all’organismo proteine presenti su germi o cellule tumorali da attaccare ed eliminare, ottenendo vaccini all’avanguardia; oppure, usandoli come stampo, si possono produrre proteine mancanti o carenti».
L’interferenza dell’Rna
Ed è già realtà anche l’impiego della tecnologia dell’Rna interference, o interferenza dell’Rna: figlia di ricerche «che hanno portato a ben sei premi Nobel per la medicina nel corso degli ultimi decenni, consiste nel creare piccoli Rna di sintesi che vanno a ‘incastrarsi’ con precisione su specifici Rna cellulari silenziandoli, ovvero impedendo che vengano tradotti in proteine». Il risultato è lo ‘spegnimento’ di geni che se espressi porterebbero a conseguenze dannose, risolvendo di fatto parecchi guai alla radice perché, anziché affrontare i problemi dovuti a proteine anomale, si impedisce che vengano prodotte. Esistono già farmaci che agiscono in questo modo, approvati per alcune malattie rare e soprattutto per controllare in maniera molto efficace il colesterolo alto, una delle maggiori minacce per la salute cardiovascolare. «Il colesterolo ‘cattivo’ Ldl elevato non è più considerato un fattore di rischio per infarti e ictus, ma una causa diretta di eventi cardiovascolari», ha spiegato Crisci. «Non c’è però un valore soglia valido per tutti, ognuno deve mirare a un obiettivo differente in base al proprio livello di rischio cardiovascolare complessivo: un livello che per una persona sana e senza fattori di rischio è tollerabile può essere pericoloso in chi è ad alto rischio».
Abbassare il colesterolo
Oggi è possibile ridurre il colesterolo Ldl proprio con i farmaci a Rna: inclisiran, già disponibile in clinica e utilizzato ormai per più di 7-8mila persone in tutto il Paese, «è un farmaco molto efficace, perché riduce del 60 per cento il colesterolo dopo le prime tre dosi e porta all’obiettivo oltre l’85 per cento dei pazienti», dice Crisci. «Questo lo abbiamo verificato in un grande studio in ‘real life’, che cioè include le persone che seguiamo nei nostri ambulatori e non per le sperimentazioni cliniche; inclisiran viene somministrato attraverso un’iniezione sottocutanea due volte l’anno e questo porta l’aderenza alla terapia a più del 95 per cento. In più, è anche un farmaco molto sicuro». Una vera rivoluzione insomma, che promette di allargarsi anche ad altre malattie e non deve fare paura perché, come ha concluso Corsini, «con i farmaci a Rna basta conoscere il bersaglio giusto per intervenire con una terapia mirata e sicura, che utilizza i sistemi biologici che ogni cellula utilizza continuamente. E non bisogna temere ‘modifiche genetiche’, perché non sono farmaci che interferiscono con il genoma».
7 novembre 2025 ( modifica il 7 novembre 2025 | 16:53)
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