di
Simona Marchetti
Intervistato da “Tv Sorrisi e Canzoni”, l’attore turco ha raccontato come si è preparato per interpretare il ruolo della Tigre della Malesia per la fiction di Rai1, al via il prossimo 1 dicembre
Interpretare Sandokan lo ha costretto a cambiare tanto fisicamente («ho perso più di 10 chili in un mese, non mangiavo quasi nulla, seguivo il digiuno intermittente»), ma per tirare fuori la vera anima della Tigre della Malesia, nata dalla penna di Emilio Salgari, Can Yaman ha dovuto modificare anche l’approccio emotivo al personaggio, «un combattente ma con il sorriso, un eroe umano che non uccide se non serve». E ora, dopo quattro anni di lavorazione e molti rinvii anche a causa del Covid, la fiction “Sandokan” approda finalmente in televisione da lunedì 1 dicembre su Rai 1 con un cast internazionale e grandi aspettative. «Ho lasciato la Turchia nel 2021 e sono venuto in Italia proprio per Sandokan, non sapevo nulla del personaggio, che nel mio Paese non è conosciuto. Abbiamo girato in inglese con l’intenzione di mostrare che in Italia si poteva fare una produzione internazionale. E il fatto che, ancor prima di andare in onda, la serie sia stata venduta in molti Paesi stranieri mi fa bene sperare», ammette l’attore turco nell’intervista a “Tv Sorrisi e canzoni”, specificando però che quella attuale non è un remake della celebre serie interpretata da Kabir Bedi negli anni ’70.
«L’abbiamo realizzata in una versione completamente diversa, con incoscienza e anche autoironia. Non abbiamo pensato alla serie del 1976, non era nostra intenzione fare un remake». Tanti gli aneddoti legati alle riprese, ma un ricordo in particolare è ancora ben impresso nella mente di Yaman che, per sua scelta, non usa controfigure («lo so sono un po’ pazzo»), anche perché le conseguenze di quell’incidente potevano essere davvero tragiche. «In una scena che vedrete nell’episodio iniziale, mi trovavo su una canoa che salta in aria in seguito a un’esplosione – racconta l’attore – e, una volta caduto in acqua, il costume di scena ha fatto un effetto vela e mi ha avvolto tutto il corpo. Mi sono sentito intrappolato, non sapevo come liberarmi. Per fortuna Jan, il regista, che stava filmando sott’acqua, se ne è reso conto ed è accorso in mio aiuto».
Dopo aver confessato la sua passione per Alberto Sordi e Roberto Benigni («Mi piace la commedia all’italiana, prima o poi vorrei cimentarmi anche in questo genere»), Yaman ha invece eluso ogni domanda sulla storia d’amore fra Sandokan e Marianna, preferendo limitarsi a sottolineare che affronta le scene intime come fa con quelle d’azione. «Fanno tutte parte della storia, del copione – spiega – . Ma provo imbarazzo quando ho davanti un’attrice che è a disagio».
18 novembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA