di
Anna Fregonara

Uno studio dimostra il loro ruolo nella prevenzione di infarti e ictus grazie alla capacità di ridurre la formazione di placche aterosclerotiche e di «stabilizzarle»

La fibra, nota per il suo ruolo nel mantenere in buona salute il microbiota e favorire il senso di sazietà, può proteggere anche le arterie. 

Lo studio 

Lo rivela uno studio svedese su oltre 24mila adulti sani, pubblicato su Cardiovascular Research, che ha confrontato abitudini alimentari e immagini ad alta definizione delle coronarie.



















































Tra chi seguiva un’alimentazione povera di fibre, il 44% presentava segni di aterosclerosi coronarica, contro il 36% di chi seguiva una dieta più equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, frutta secca e alcuni oli vegetali. 
Le placche più pericolose, con restringimento del lume coronarico pari o superiore al 50%, erano 1,6 volte più frequenti nel gruppo con la dieta meno sana.

«La differenza persisteva anche dopo aver considerato potenziali fattori confondenti come età, sesso e fumo», precisa Monica Dinu, ricercatrice nel campo dell’Alimentazione e delle Scienze e Tecniche Dietetiche Applicate presso Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica all’Università di Firenze. 

Come agiscono le placche 

«Le placche sono accumuli di materiale lipidico, colesterolo, calcio e cellule infiammatorie sulle pareti delle arterie, determinando un ispessimento e un indurimento dei vasi. Questo processo, che si sviluppa nell’arco di decenni, può ridurre il flusso sanguigno e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari come infarto e ictus. Alcune placche rimangono stabili e, pur potendo causare angina stabile se ostacolano significativamente il flusso, è difficile che provochino eventi acuti. Altre, invece, sono instabili e possono rompersi: il materiale al loro interno viene esposto al sangue, con formazione di un coagulo (trombo) che può ostruire l’arteria in modo improvviso, provocando un infarto o un ictus se coinvolge un’arteria cerebrale. 

Come agiscono le fibre

Le fibre alimentari, in particolare quelle solubili presenti in avena, legumi, frutta e alcune verdure, contribuiscono alla prevenzione dell’aterosclerosi in vari modi. Uno dei più significativi è la riduzione del colesterolo Ldl, grazie alla capacità delle fibre solubili di legare gli acidi biliari nell’intestino, favorendone l’eliminazione.

«Il fegato, per compensare, utilizza il colesterolo circolante, riducendo così i livelli nel sangue. Inoltre, le fibre rallentano l’assorbimento dei carboidrati, contribuendo alla stabilizzazione della glicemia e limitando i picchi insulinici, che se persistenti possono favorire infiammazione e disfunzione endoteliale. Un ulteriore beneficio deriva dalla fermentazione delle fibre da parte del microbiota intestinale, con produzione di acidi grassi a catena corta che modulano l’infiammazione sistemica e migliorano il metabolismo lipidico. Le fibre aumentano anche il senso di sazietà e aiutano a regolare il peso corporeo, fattore cruciale nella prevenzione cardiovascolare».

Al supermercato 

Nei Paesi occidentali, l’assunzione di fibre è al di sotto delle raccomandazioni: in media 15-20 grammi al giorno contro i 25-30 consigliati dalle linee guida. «Gli alimenti che ne sono più ricchi sono quelli di origine vegetale e il loro contenuto dipende in larga parte dal grado di lavorazione. In generale, più un alimento è integro, maggiore sarà la sua quota di fibre», conclude l’esperta. «Oltre ai cereali integrali come avena, farro, orzo, pane e pasta integrali, sono presenti in legumi, frutta e verdura, frutta secca e semi. Per quanto riguarda i prodotti confezionati, può essere utile leggere l’etichetta: sono ricchi di fibre se ne contengono almeno 6 g ogni 100 grammi».

Anche Omega 3 e olio di oliva alleati del cuore

La protezione cardiovascolare passa attraverso una dieta completa, dove i nutrienti agiscono in sinergia. «Gli omega-3 di pesci come salmone, sgombro e sardine contribuiscono a tenere sotto controllo l’infiammazione, i trigliceridi e la stabilità del ritmo cardiaco», spiega Dinu. «Anche i grassi monoinsaturi, tipici dell’olio extravergine d’oliva e della frutta secca, svolgono un ruolo favorevole sul profilo lipidico. Un altro alleato sono i polifenoli, composti naturali presenti in frutta e verdura, noti per la loro capacità di contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione. Il potassio, abbondante nei vegetali freschi, aiuta a regolare la pressione sanguigna bilanciando gli effetti del sodio, mentre le vitamine del gruppo B contribuiscono al metabolismo dell’omocisteina, un fattore di rischio se presente in eccesso. Infine, privilegiare le proteine vegetali, come quelle dei legumi, aiuta a sostenere la salute metabolica».

15 novembre 2025